Domanda:
E’ più vero il colore frequenza o il colore sensazione?
etcetera
2008-02-11 14:01:29 UTC
Ho letto che tra i fisici c'e' chi ingenuamente crede che i colori esistano in se' come radiazioni elettromagnetiche di frequenza definita senza bisogno che ci siano occhi per vederli. Ma per dir cosi' occorre pur sempre che ci sia uno spettrofotometro e una mente che dia significato ai segni dello spettrofotometro secondo regole prestabilite. Il colore frequenza non è quindi colore in sé, e, se prima si poteva dubitare che ci fossero colori senza un occhio e una mente, ora si può dubitare che esistano frequenze senza uno spettrofotometro e una mente che sappia leggerne i segni. Cosa sia o se esiste un colore in se' in entrambi i casi resta un mistero.
E’ dunque ragionevole pensare che il colore frequenza sia più veritiero e sia la causa del colore sensazione? o che siano due letture coesistenti che dischiudono mondi diversi, con diversi valori e utilità? e se si' quali valori e quali utilita'?
Quindici risposte:
anonymous
2008-02-13 03:39:06 UTC
Colori, suoni, sapori o in generale "impressioni" non sono osservabili fisiche ma "cose indefinibili" che la vita nella sua evoluzione ha creato affinchè gli organismi si potessero rapportare all'ambiente esterno. Esistono solo "all'interno degli essere viventi" ma non esistono "all'esterno". Nonostante questo è noto l'aspetto fisico "reale" che c'è alla base: i colori sono la nostra percezione delle oscillazioni del campo elettromagnetico a determinata frequenza o lunghezza d'onda (intorno al milionesimo di metro), il suono è la nostra percezione della vibrazione coerente dell'aria,ecc ecc. Anche gli organi (retina o timpano) che registrano i segnali e li convertono in impulsi elettrici sono sistemi fisici "reali" e fanno parte dell "ambiente esterno" che citavo prima anche se effetivamente si trovano all'interno del nostro organismo. Però ad un certo punto (nessuno sa dove) il segnale arriva al nostro "interno" e lì magicamente vengono creati suoni e colori molto più vivi della fredda "frequenza di oscillazione del campo elettromagnetico" . A mio parere il passaggio "esterno"--->"interno" è inconcepibilmente discontinuo e quindi non c'è davvero un nesso fra colore e la sua entità fisica. Diciamo che il colore esiste perchè esiste l'uomo mentre la grandezza fisica "frequenza" sarebbe esistita a prescindere.

Ps

Nota bene che non ho affrontato una tua giusta osservazione sul fatto che le grandezze fisiche dovrebbero essere comunque definite (o addirittura esistere) con una definizione operativa che ne descriva anche la misura. Purtoppo questo è tutto un altro discorso che è destinato a rimanere aperto per l'eternità. Noi fisici intendiamo per "realismo" l'ipotesi che le grandezze fisiche esistano a prescindere dal fatto di essere misurate. Io sono realista. Più in generale Everettiano e credo in un universo esistente anche senza osservatore. Lo so che tu dirai ora ma la fisica la matematica e i loro modelli sono "prodotti degli osservatori" e non esistenti di per se ma la finiamo qua (almeno per il momento) perchè se no ci allontaniamo troppo
anonymous
2008-02-11 16:12:32 UTC
Forse che quello che chiamiamo rosa cesserebbe d'avere la sua frequenza se lo chiamassimo con altro nome ?



va bene va bene il rosa non è un colore primario

e cos'è allora se non è una frequenza definita ?un battimento fra diverse frequenze di colori dato dalla differenza della frequenza delle componenti ,no troppo bassa la frequenza

una complicata trasformata di Fourier ? ma perchè allora il violino stradivari suona un rosa migliore dei violini normali ?

che sia tutta colpa dei fotoni ,piccoli esseri che compaiono e scompaiono a piacere ,secondo il tipo di ipotesi scientifica in questione e dell'azione osservata?

Se i fatti e la teoria non concordano, cambia i fatti. (Albert Einstein)

risultato della elucubrazione fisico-scientifica :

"per ora meglio andare ad occhio"



in difesa della categoria a cui appartengo nonostante le mie eresie ,devo dirti che il colore frequenza esiste ,anche senza occhi per vederlo ,chiaramente un colorino base ,non tanto complesso ,una cosa come il lego ,

un laser anche se non lo vedi scotta e forse è meglio non guardarlo , l'onda colore in fase , una delle meraviglie della scienza (senza ironia) il creatore dei fantastici ologrammi quelle figure che seppur tagliate in molteplici pezzi conservano nel pezzettino tagliato l'intera figura originale ,concetto che apre (dovrebbe) la mente a nuovi interessantissimi sviluppi nell'integrazione fisica-metafisica

la scienza inizia con la clava , il fatto che occorre una testa ( da colpire) per dare realtà alla clava è ormai sorpassato ,

la clava esiste in se, ed è per questo che la scienza è sempre andata a braccetto con i militari e i militari disgraziatamente hanno fatto la storia ,e questa è una verità

incontestabile ,una delle poche verità che si meritano un

titolo di verità assoluta non negoziabile con la visione individuale ,almeno per ora su questo pianeta

ora se per verità vogliamo intendere la capacità di creare cambiamenti riscontrabili a tutti gli effetti nello status quo ,allora le onde di luce coerente o l'armata dei fotoni allineati in legioni del colore dei laser è più vera della sensazione personale di colore ,trascendendo l'individualità della percezione unica ,essendo riscontrabile con altri sensi oltre che con la sola vista

ed è anche per questo che viviamo nel tempo tecnologico del laser ,invenzione pura ,una delle poche dopo quella della clava



la frequenza è la base dell'intero universo !

il continuo passaggio dalla vita alla morte nel gioco del tempo ,non per niente è = 1 / tempo , l'inverso del tempo

la frequenza esiste dovunque a volte è percepibile in una sua forma fisica e come nelle onde del mare o della sabbia,nelle onde del sasso nello stagno

come umani siamo dotati di strumenti sensoriali atti a rivelarla nella forma a noi utile ,i sensi .

Raramente si vedono le onde del suono , il vedere la luce come linee di diffrazione intercalate alla distanza proporzionale alla frequenza potrebbe essere sicuramente di aiuto ma anche fonte di grande smarrimento ,ma assicurarsi del fatto che sia un fenomeno ondulatorio non è poi così difficile...basta fermare il tempo



a chi dice che il colore sensazione esiste perchè esiste l'uomo dico che la sensazione colore di una farfalla è

per antonomasia "la sensazione" vivendo essa in una dimensione senza altre dimensioni che il colore (e come faccio a saperlo non ve lo dico) uomini che vi illudete che il colore sia solo vostro e accecate i gatti al bianco e nero

pensando di essere l'unico essere vivente che vede e gusta i colori . illusi vi è andata male con tatto gusto udito odorato

superati dai sensi di molti animali ,cosa vi fa credere di essere superiori a tutti con i vostri coni e bastoncelli ?
anonymous
2008-02-13 02:01:41 UTC
Ciao Maral,

Come spiegarti la percezione visiva della luce?

Ci provo! Certamente oggi, grazie ad alcune scoperte tecnologiche per le attività di apprendimento,

per l'interpretazione della visione, sono cruciale per lo sviluppo dell'intelligenza, della creatività scientifica ed artistica. Però, prima bisogna chiarire quali sono i pensieri sbagliati che limitano le acquisizioni cognitive, di cosa significa vedere, e come funziona la nostra percezione cerebrale del colore.

Prima di tutto, la percezione non identifica il mondo esterno, in quanto é una simulazione ricostruttiva, generata dal cervello, sotto il controllo di una determinante genetica ( qualcuno ti ha già fatto l'esempio del daltonismo), vediamo il mondo non come veramente é ma attraverso sensazioni cerebrali che interpretano la realtà generando immagini, suoni, odori e sapori, per decifrare un universo > Hai mai notato la diversità dei sapori quando sei raffreddato? Questo non vuol dire che la nostra elaborazione cerebrale delle percezioni sensoriali sia illusoria ma che ciò che percepiamo é frutto di una trasfigurazione della realtà, attuata dal cervello in modo tale da essere utile alla nostra sopravvivenza ed alle nostre possibilità di indagine cognitiva e a regalarci emozioni preziose per sviluppare la nostra creatività. Il colore è una radiazione luminosa che l'occhio coglie come informazione sulla retina. Gli animali (esempio) non percepiscono i colori come noi > perché geneticamente predisposti ad accogliere alcune radiazioni e non tutte > questo prova che : se il gatto non vede il blu questo non significa che la lunguezza d'onda della radiazione luminosa che forma il blu non esiste, perché esiste l'occhio (umano) geneticamente predisposto a percepirlo.

Quando guardo una farfalla sono sempre invasa da meraviglia, hanno ali coloratissime, ma spesso sulla base di un solo pigmento che per interferenza della luce assume, nell’immagine che realizzo nel mio cervello, le più svariate colorazioni.

Come vedi, il colore sensazione "emette" emozioni, è la causa dello stupore e della meraviglia, da vita ad alcuni sentimenti....quei sentimenti che non ti fanno sentire uno spetrometro (incapace di vivere lo scopo della luce) ma un essere vitale in grado di cogliere le cose che non sono, in grado di cogliere le sfumature, le parole tra le righe....per me, la sensazione è vera quanto la radiazione.



=====================

"In altre parole perché non potrebbe essere che il colore sia in sostanza sensazione e il concetto intervenga dopo per rendere la sensazione più maneggiabile?"



Mi stai mettendo di fronte al dilemma : è l'uovo che ha fatto la gallina o è la gallina che ha fatto l'uovo?

La razionalità nega ogni distinzione tra il trascendentale e la materia, chi afferma che ogni manifestazioni è una semplice proprietà della materia cerca di sfuggire al pensiero di essere qualcosa di più di un complesso amasso organico.

Ma la nostra capacità di osservare, ragionare, riflettere con coscienza e consapevolezza dice che siamo più che materia, che siamo diversi da un albero o da una pietra, ed un soldo di buon senso vale più di molta filosofia e l'errore non diventa verità solo perché esposto con paroloni o termini scientifici di cinque sillabe.

Credo che un fenomeno può venire solo da un fenomeno già esistente; dunque, l'effetto colore sensazione deve avere una causa sensazione> la sensazione la chiamo vita. Non è stato mai dimostrato nessun esempio di vita che sia venuto dalla materia morta.

Noi possiamo sapere che la vita è, senza sapere tutto ciò che è. Possiamo toccare la terra, mentre non possiamo abbracciarla con le nostre braccia. Un bambino può conoscere dio, mentre il filosofo non sa spiegarlo.

E qui il discorso si volge verso quello che trascende la nostra comprensione.



"Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza."

Kiss kiss.
Netsurferx
2008-02-12 00:55:42 UTC
Io penso che il colore è una invenzione della mente come lo sono tutte le cose che percepiamo. La mente è regista, sceneggiatore e scenografo di tutto ciò che conosciamo. Prende le nostre percezioni della realtà e crea la scenografia.



Il colore è come la mente immagina le onde elettromagnetiche che riesce a percepire.



In realtà il mondo è solo una accozzaglia più o meno densa di corpuscoli in mutua orbitazione. Il mondo che conosciamo è soltanto frutto del lavoro della nostra mente e delle nostre percezioni. Ti dirò di più, secondo me ogni mente crea scenografie più o meno diverse. In effetti non so neanche se tutti vedano gli stessi colori. Metti che hai un penna blu e che io la veda verde ma siccome da piccolo mi hanno insegnato che quel colore (che io vedo verde) si chiama blu, entrambi indichiamo la penna come blu ma in realtà io la vedo verde e tu la vedi blu.. Ovviamente i nostri cervelli sono simili e quindi tutti noi conosciamo il mondo in maniera pressoché identica.

In definitiva, per me, il colore sensazione è il solo colore, non esiste colore al di fuori della mente.



Ps: Complimenti per la domanda :)
Beatrice R
2008-02-15 03:21:28 UTC
Io mi spaccio per filosofa, pittrice e fisico, e anche altro, sennò non starei qui su Answer a rispondere, ma a domandare e basta.

Appurato che il colore esiste a prescindere dall'uomo (e dai numerosi altri esponenti del mondo animale che vedono similarmente a noi o anche meglio), tu chiedi cosa sia più vero, ma per chi? Vero per l'umanità è ciò che può misurare con i propri sensi, quindi vedere, confrontare con altri umani e accordarsi che quello è senz'altro il viola o il giallo (ok, non proprio per tutti), attribuendo anche significati diversi ai colori e applicandovi una valenza estetica (abito scuro e calzini bianchi=sei brutto...).

Se invece intendi vero in assoluto, implica che noi conoscessimo questo assoluto, e capissimo quanto vale il nostro giudizio in confronto ad esso. Se fossimo solo una infinitesima parte di questo tutto, dove il colore viene concepito in modi diversi dal nostro, non potremmo considerare la nostra sensazione vera e neppure forse la nostra teoria sulla frequenza, che magari è applicabile solamente alle dimensioni e alla natura del nostro mondo.
Scaracchio
2008-02-11 16:21:54 UTC
Anche a guardare la cosa dal punto di vista strettamente fisico, non c'è una relazione semplice e banale come viene talvolta descritta fra frequenza della luce e sensazione percepita. La visione e riconoscimento del colore è un processo molto più complesso della semplice percezione di una certa lunghezza d'onda. Il cervello opera tutta una serie di "aggiustamenti" che non possono essere semplicemente descritti, e che dipendono dalla luminosità dell'ambiente, dalla lunghezza d'onda emessa dagli oggetti circostanti, persino dalla "grana" dell'oggetto. Anche senza stare a filosofare troppo, si può senz'altro dire quindi che il colore è in grandissima parte una qualità che dipende dall'osservatore, e che non è già presente in natura.
Iacopino
2008-02-11 16:10:30 UTC
Bella domanda.... Quale sia il più importante non lo so, forse non mi è chiara nemmeno tanto la domanda, ma secondo me il vero problema è capire *perché* si hanno delle sensazioni (coscienza).

Un ulteriore problema è capire perché si hanno determinate sensazioni e non altre, e in quale relazione sono con gli stimoli e/o l'attività neurale.

Roba da fantascienza al momento (come dici pure tu nei dettagli) :).

Non mi dilungo oltre perché il problema è complicato da affrontare qui, quindi preferisco sintetizzare quello che secondo me è il nocciolo. Molto ma molto affascinante il tema. Forse il più affascinante.



Cmq per quando riguarda la ghiandola pineale o epifisi, il mio prof di citologia studia la melatonina da circa 35 anni negli anfibi, ed in poche parole ha scoperto che ha effetti metabolici molto potenti ed è legata alla regolazione dei ritmi biologici quali quelli circadiani e letargici.
BT
2008-02-11 15:35:22 UTC
La di una data onda frequenza esiste, e si misura in Hertz. Punto.



Il colore è una percezione, e dipende da un sacco di cose. Prendi un cerchio di cartoncino, dividilo in sei spicchi uguali, e dipingine uno rosso, uno giallo, uno arancio, uno verde, uno viola e uno blu.

Facci un buco al centro, passaci in mezzo uno spago e fallo girare molto velocemente. Che colore percepisci?



Se provi a fare l'esperimento, o se lo conosci già, ti renderai conto che la percezione può essere ingannata.



A te le conclusioni.
anonymous
2008-02-11 15:23:00 UTC
Ahah!

Io son solo un somaro e quindi nella mia superbia somaresca intervengo senza alcun pudore.

E' ovviamente più vero, cioè corrispondente al reale il colore che tu definisci sensazione.

Lo spettrofotometro è un'apparecchiatura complessa, realizzata su un ragionamento convenzionale ed "illumina" quel che chi l'ha ideato voleva "illuminasse".

Metafisica quindi! :)))

La percezione dei colori, riduce la realtà nella sua essenza interessante, da forma e sostanza alle cose e le distingue nella sua natura.

Quindi ci permette di interagire efficacemente con la realtà, rendendo vera la sua interpretazione.

Delle frequenze non me ne può importare meno.

Il giorno che un androide munito di uno spettrofotometro riuscirà a dare qualità e colore all'ambiente che lo circonda, dirò che le frequenze elettromagnetiche sono veritiere, ma per adesso anche i robot, leggono i colori sulla loro videocamera fatta di tanti puntini sensibili.



Pace e bene!
Cape
2008-02-11 15:17:24 UTC
Di fisico la tua domanda ha ben poco... la natura della radiazione elettromagnetica chiamata "luce" è chiara alla fisica... resta solo la classica domanda che lo studente di fisica medio (come il sottoscritto) si fa ogniqualvolta si parla di situazioni immaginarie: "E allora? Che mi importa se il carrellino si schianta contro un muro e c'è un urto anelastico?". Mi spiego meglio, inizialmente si pone la propria persona (dal punto di vista delle esperienze, del "toccare con mano" determinati avvenimenti) davanti, atteggiamento che si tende a accantonare. Al fisico non interessa la presenza di osservatori (altrimenti lo studio delle fasi primordiali dell'universo sarebbe quantomeno inutile), ma l'evento in questione.

Come fisico so che ad esempio il verde ha una lunghezza d'onda di circa 6400 A, etc. etc.

Tutto ciò che esula dal semplice fatto verificabile da ognuno (per ognuno posso anche intendere uno sperimentatore dotato di una lamina fotosensibile), ovvero l'emozione che un colore può dare, le connessioni logiche che si creano, i ricordi che abbiamo legati a quel colore sono (e non voglio passare per un cinico) trascurabili. Quello è ambito degli artisti.



Un esempio perfetto può essere un tramonto. Il fisico può vedere che l'atmosfera non lascia passare il colore blu dal Sole fino all'occhio dell'osservatore, e dunque avremo il cielo di un colore roseo. Un pittore può ritrarre la bellezza in forma grafica di tale fenomeno. Un filosofo può pensare alla brevità dell'esistenza e così via.



Sono facce opposte di una medaglia.
Flipped
2008-02-11 14:31:13 UTC
weilà, ti accontenti di poco eh? :) per quel mio poco che posso dire, dico che certo che la percezione e la rielaborazione sono diverse di specie in specie animale, ma anche le distorsioni sono ben note, come la daltonia... poi per carità, il cervello rimane abbastanza misterioso. ma a quel punto un tremendo sospetto sorgerebbe... e cioè il senso del colore nell'arte. l'apprezzare un colore violento o soffuso, il coglierne il significato s ridurrebbero a semplici (solite...?) regole arbitrarie dettate da scimmie più furbe e svelte i pensiero.... 'na roba da sommelier, 'nzomma. :D

saluti!
anonymous
2008-02-11 14:30:33 UTC
Ne filosofa ne fisica ne pittrice...

solo leggermente laterale a volte ma non sempre

E.. mi sovviene sol di domandar :

Ma perchè una ragione ad ogni cosa dobbiamo dar ?
Ricercatore indipendente
2008-02-12 04:08:51 UTC
Il colore come radiazione magnetica è l'insieme spettro di frequenze che vengono emesse da una superficie.

L'occhio le riceve come spettro e le rileva nei tre colori fondamentali (i recettori sono a banda passante più stretta ma non momocromatica così da individuare le tinte) eseguendo una "rivelazione di potenza media", la mente riconosce ciascuna intensità delle tre e i rapporti fra le stesse, le suddivide nei colori fondamentali. La capacità di favella dà un nome al risultato del processo fisiologico occhio-cervello.

Nessuna filosofia nè esoterismo. Un poca di interdisciplianrietà fra le Scienze aiuta.

Ciao ciao



Uno degli apprendimenti per l'uomo è dare una parola ad uno stimolo dei nosti sensi. Questa constatazione causa-effetto- logica sostituisce il concetto che si ignora. La "discussione filosofica" porta concretezza se basata su riferimenti concreti, con percorso di logica giustificata a priori e risultati attesi verificabili, possibilmente con strumenti di misura e riferimenti sufficientemente stabili.



Non ho mai visto arredatori, stilisti di auto a livello europeo ad esempio presso una not Casa automobilistica di Stuttgart, illustri e compianti medici, esperti di tinteggitura della seta, operatori che hanno frequentato corsi di colorimetria, ispettori di certificazione dei segnali stradali, responsabili qualità di colorifici, architetti di ricchi ambienti di stupende navi da crociera domandarsi una verità diversa da questa della Natura, per di più misurabile.

Sono da un pezzo passati i tempi in cui ci si fanno le discussioni accademiche sulle tonalità e le tinte: i fenomeni sono misurabili e definiti entro bande di incertezza suffcientemente ristrette da non lasciare molto spazio alle parole, essendo fatti noti da oltre un secolo.



Riporto stralci della prefazione degli atti del Convegno annuale di colorimetria:

.... La tradizione artistica italiana è unica e impressionante, eppure, nonostante tanta ricchezza, in Italia non esiste una diffusa cultura scientifica del colore ..... il giusto colore, oltre ad avere valore estetico,....... dovendo quantificare e riprodurre il colore si richiede una conoscenza del colore, non una conoscenza artistica ma scientifica e tecnica. I testi.... ci riportano all'arte...la scuola è assente ..... la ricerca colorimetrica pure ...... 1995 venne attivato il gruppo di lavoro di colorimetria e reflectoscopia della Società Italiana di Ottica e Fotonica ..... il riferimento e il modello furono il Colour Group inglese, che nasceva mezzo secolo prima ......



Per comodità cito un altro testo scolastico molto concreto, è un cimelio su cui hanno studiato 4 generazioni della mia famiglia e che uso ancora. Non è molto aggiornato, ma fu redatto per studenti di un popolo molto concreto e che ha una eccellente scolarità tecnico scientifica che l'Italia si è ostinata a buttare nella pattumiera per perdersi dietro al confondere.



SOno ancora di più dell'idea che si dovrebbe lasciar perdere l'aria fritta e obbligare gli studenti a frequentare più laboratori scientifici, insegnar a dare di cazzuola e di forgia, offrire più professori di argomenti tecnici. Meno musse, direbbero a Genova, Ciacole no fa fritole direbbero a Venezia.

Questo è quanto fanno i popoli più progrediti.

Il motto dell'MIT (Boston) è MENS ET MANUS, ART AND SCIENCE circonda il logo dove sopra l'altare della scienza e della tecnica brilla la lampad del Sapere. A destra si vede lo studioso con tricorno e libro, a sinistra il fabbro con grembiule e mazza. I signori che colà insegnarono mi hanno insegnato il pragmatismo, i diagrammi dei fenomeni fisici con parametri misurai ed applicabili direttamente da dati sperimentali, tanti manuali e poche ravanature. In pochi mesi ho imparato molta più sostanza immediatamente applicabile con profitto di immagine ed economico.
oltreoceano
2008-02-12 02:33:15 UTC
Ma qua tutti rispondono da fisici! Beh io ti risponderò da laureato in fil (filosofo non oserei mai definirmi, perchè è un titolo che solo gli altri possono dare e mai bisogni darsi da sè).

Personalmente ritengo che i colori abbiano un loro significato, una loro identità, e in ciò mi affianco al buon Goethe. Forse da un punto di vista fisico i colori sono radiazioni elettromagnetiche e anche sensazioni, ma essi sono anche simboli. Dal punto di vista emotivo infatti noi sentiamo attrazione per certi colori e per altri no. Il problema è che noi tendiamo a dividere la fisicità in qualità secondarie e primarie(come sempre è tutta colpa di Galilei). Ma questa divisione è una corbelleria. Difatti la realtà non viene mai percepita in modo scevro da pregiudizi, da sensazioni, idee e quant'altro c'è di soggettivo. A sua volta non esiste un io che percepisce le cose; quest'io (come direbbe il buon Nietzsche) è solo frutto di un errore grammaticale. Anche il cosiddetto punto di vista oggettivo è sempre un punto di vista, anzi una "visione"(il concetto di visione si distacca maggiormente dall'idea che esista un io rispetto al concetto di punto di vista). Quindi tutto ciò che vediamo non è mai semplicemente ciò che vediamo. Anche l'idea che esistano fatti è pur sempre un'idea, un pregiudizio. Noi viviamo di pregiudizi, e ciò non è cosa negativa, ma del tutto normale. Ora gli stessi colori possono si essere radiazioni da una visione fisica, ma dal punto di vista psicologico sono delle dimensioni esistenziali, sono dei simboli, sono qualcosa che attrae la nostra attenzione. Se potessimo vedere più colori la nostra stessa visione del mondo cambierebbe. Se per esempio non vedessimo il rosso mancherebbe probabilmente un'intera gamma comportamentale. Pensiamo anche dal punto di vista pittorico i periodi blu e rosa di Picasso. Pensiamo alla figura di Arlecchino. Pensiamo al contrasto nero-bianco. I colori stessi dunque cambiano a seconda di come li vediamo. Se li vediamo come radiazioni sono semplicemente qualcosa di secondario, di non importante, solo vuota percezione, ma se li vediamo come qualcosa che fa parte della nostra pscihe, qualcosa di simbolico, tutto cambia. Quindi il colore può anche non avere cause ed essere invece esso causa del nostro modo di vedere le cose.
TheClue
2008-02-12 02:11:14 UTC
direi che la fisica vince anche questa volta. sebbene una misura in frequenza abbia bisogno di un opportuno sistema di misura per poter essere calcolata e di una base teorica che interpreti i risultati, l'ottenuto sarà universalmente valido, in qualunque punto dell'universo, qualunque sia l'osservatore e qualunque sia il sistema di misura (a meno ovviamente di differenti scale e tarature cmq compensabili).



se ammettiamo quello che dici tu, allora dobbiamo anche poter dire "questa mela è grande" o "questa mela è gustosa" e pretendere che tali affermazioni abbiano valenza assoluta e imprescindibile mentre invece sono dettate dalla mia idea di dimensione media delle mele o dal mio equilibrio biochimico che mi porta ad apprezzarla maggiormente...


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
Loading...