Domanda:
FISICA: come fa l occhio e le fotocamere a mettere a fuoco cose situate a distanze diverse dalla lente?
Marco
2018-08-06 12:50:52 UTC
Sto studiando ottica geometrica e ho un dubbio, probabilmente molto stupido (ho basi molto scarse di ottica geometrica).
Mi chiedevo: come fa ad esempio il cristallino, ma anche l obiettivo di una macchina fotografica a mettere a fuoco oggetti situati a diverse distanze in contemporanea?
Mi spiego: se disegno uno schema in cui ho asse ottico, lente, fuochi e immagine, oggetti situati a diversa distanza dalla lente, si formano in punti diversi. Come è possibile che invece sia possibile vedere anche panorami che sicuramente includono oggetti e cose situate a distanza diverse?
Grazie mille
in anticipo!
Sei risposte:
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2018-08-06 20:43:26 UTC
In realtà non lo fanno nessuno dei due.

La messa a fuoco è una e solo una. Per il sistema di lenti dell'obiettivo della macchina fotografica, è regolato dalla posizione di alcune lenti dentro l'obiettivo (comandata manualmente con la ghiera o automaticamente con il motore della messa a fuoco). Per l'occhio, è dato dalla cirvatura del cristallino, regolato da un complicato e mirabiule sistema neuromuscolare che coinvolge numerosi centri grigi corticali e subcorticali attrraverso nervi del sistema nervoso vegetativo (simpatico e parasimpatico).

n una macchina fotografica, il fatto che soggetti posti a differente distanza possano essere contemporaneamente a fuoco, dipende dalla cosidetta "profondità di campo", che è la distanza (un range da un minimo ad un massimo) alla quele gli oggetti risultano a fuoco. APPARENTEMENTE, perché poi c'entrano concetti più complicati come il cerchio di confusione, il microcontrasto etc. Significa che piccolissime differenze di messa a fuoco ci sono, ma sono così minime che l'occhio, osservando la foto, quasi non se ne accorge. Questo range è dato da vari fattori, ad esempio lunghezza focale ed apertura del diaframma. Nonchè grandezza del sensore. Se vuoi avere la massima profondità di campo, devi usare una macchina con sensore full frame, obiettivo gradangolare, diaframma chiuso.

Nell'occhio il discorso è più o meno simile, in quanto la funzione del diaframma la fa il foro della pupilla. Ma qui c'entrano discorsi ben più complessi e complicati, cioè la PSICOLOGIA DELLA VISIONE, che ti risparmio. Significa che noi, anche se guardiamo un oggetto posto all'infinito, ci concentriamo su di esso, ed il cervello "elimina" dalla coscienza ogni altra informazione. Significa che non vediamo mai CONTEMPORANEAMENTE due ogetti uno posto all'infinito ed uno ad un metro...... perché o fissiamo uno o fissiamo l'altro, ed il cristallino e la pupilla automaticamente ed istantaneamente si adeguano.
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2018-08-06 20:08:10 UTC
NON FA.

La cd "profondità di campo", funzione dell'apertura, è un'altra cosa.
?
2018-08-07 14:30:12 UTC
hgfghfhf
Daniele
2018-08-07 00:25:51 UTC
Il punto focale è uno! Evidentemente fai riferimento alla Profondità di campo e alla Profondità di fuoco: i "punti" oggetto che si trovano su un piano (anteriore

o posteriore) diverso da quello che viene messo a fuoco, vengono riprodotti come "cerchi". Fino ad una certa dimensione però l’occhio umano non è in grado di distinguerli e continua a vederli come "punti" quindi anche questi vengono "percepiti" nitidi
Nick
2018-08-06 13:43:42 UTC
perchè non serve metterle a fuoco al 1000 per mille, speci se sono lontani.
?
2018-08-11 15:33:51 UTC
Sono un EX Fotografo in pensione, e mi sembra che tu faccia confusione, tra il funzionamento, nel nostro occhio umano, q quello del obiettivo.

Se il bulbo oculare non ha imperfezioni, si adatta = regola da solo la messa a fuoco, = immagine limpida, altrimenti occorrono occhiali correttivi.

Le lenti fotografiche, di solito sono composte ad esempio da 7 lenti in tre gruppi, (vuole dire che ci sono lenti incollate insieme, per formare un gruppo).

Poi la messa a fuoco, una volta era manuale, e si basava sul pianale della pellicola, adesso da circa 15 anni ci si affida in maniera vergognosa a quello che decide l'apparecchio fotografico.

Per mettere a fuoco più oggetti a distanze diverse tra loro, lavorando in maniera tradizionale = manuale, ci sono accorgimenti che in automatico sono quasi impossibili, se non con apparecchi carissimi, ad esempio far comparire a fuoco un oggetto a metri, 1,00 ed uno a metri 3,00, sullo stesso fotogramma.

Peccato che i produttori abbiano abolito il tempo di posa chiamato " T " (TI), ma hanno lasciato ancora il tempo " B " (BI).



Non so se ti ho confuso o dato una spiegazione, spero esserti stato utile.



P.S. I produttori di pellicole stanno tornando a produrle, visto i scivoloni di resa del digitale.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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